17 febbraio 2017

RUN ABEBE, RUN!

Il nostro socio ANTONIO MANNUCCI ci ha inviato questo racconto per farci sapere il motivo per cui ama correre! Noi lo abbiamo letto e ci siamo commossi... Un pezzo di vita e un pezzo di storia del podismo (e non solo). Grazie Antonio di avere condiviso con noi questi pensieri... Siamo felici di averti nella nostra squadra!
Non aggiungiamo altro. Eccolo qui.

UN GRANDE AMORE NATO COSI’ – DESTINO O CAUSALITA’
La maestra Rosaria Modugno, della quale avevamo una paura bestiale, esigeva che alla fine delle lezioni si uscisse tutti in fila, in silenzio e senza darsi noia !!! Era un vero sergente di ferro. Ma appena usciti in Via Garibaldi, ancora sterrata, si scatenava la bagarre. Regolarmente partiva una corsa sfrenata che terminava alla fontanina di via del Bombone in pratica davanti al Magnano.  La nostra “ pista” misurava ca. 600/800 metri. Spesso vincevo io e purtroppo spesso ne buscavo come un ciuco dalla mamma o dalla nonna perchè arrivavo a casa sudato, col grembiule sporco di polvere, spesso strappato  e il fiocco perso o disfatto.
In quelli anni delle elementari, in estate per le vacanze andavo spesso per circa un mese a Roma dalla zia Fidalma sorella del mio babbo che era andata là subito dopo la guerra. Bene, nell’estate del 1960 ci furono le Olimpiadi di Roma. Avevo 8 anni !! Il babbo tramite lo zio si procurò i biglietti per gli incontri di boxe al Palasport EUR e pensate, vide gli incontri per la medaglia d’oro dei Medi di Nino Benvenuti e udite udite la Medaglia d’oro nei pesi massimi di Cassius Clay. E questo non è niente, perché io la sera dell’11 Settembre ero ad alcune centinaia di metri dall’arco di Costantino dove sulle spalle di mio babbo  vidi l’arrivo del grande Abebe Bikila vincitore della Maratona. Queste immagini mi sono ancora così nitide che tutte le volte che ci ripenso rivivo una grande emozione che non mi ha più lasciato !!!
Arrivò il sessantotto con tutta la sua carica di scioperi, tumulti. Allora si lottava anche per una scuola migliore. Io facevo il Duca d’Aosta in Via della Colonna e lì accanto c’era il Michelangelo ed il Giusti, senza contare alcune facoltà universitarie. Un autentica polveriera. Botte da orbi con la Celere che c’inseguiva verso il Giardino d’Azelio fino ai viali. Il professore Ciani che era il mio insegnate di Educazione Fisica mi chiamò un giorno e mi disse: mi sei piaciuto di come correvi per scappare alla polizia, vuoi venire all’Assi Giglio Rosso per fare un po’ d’atletica? La scintilla scoppiò sul viale per il piazzale. Un grande amore secondo solo a quello per mia moglie. Il professore Ciani non era solo il direttore degli Assi Giglio Rosso ma anche giudice Federale di Atletica. Partecipò a due Olimpiadi. Ebbene se la maestra delle elementari era un sergente di ferro, il Ciani era uno stroncatore senza se e senza ma un autentico testa di cazzo !! Però mi portò alle finali dei campionati Toscani allievi nella distanza dei 1500 metri. Avevo un tempo se ricordo bene intorno ai 4.15 – 4.20. Comunque mi classificai ottavo o nono. Le finali si svolsero allo Stadio Franchi quando ancora c’era la pista in terra rossa e dove Sebastian Coe fece il record del mondo degli 800 mt nel 1981. Sono rimasto agli Assi fino a quando sono partito per il servizio militare nell’arma dei Carabinieri. Tentai la strada di andare a Bologna nel gruppo sportivo dell’Arma ma fui rifiutato malamente (non avevo più il minimo “sindacale” per essere ammesso) Va be… pazienza.
Dopo sono passati diversi anni. Il mio lavoro mi ha portato in giro per il mondo. Nella valigia non mancavano mai un paio di scarpe per correre. Il mio idolo di allora era Tiziano Terzani. Non tutti sanno che oltre ad essere un grande scrittore era anche un grande appassionato di podismo.  Lui correva quasi tutti i giorni !!! Io non ero così assiduo come lui però ho corso a Hong Kong nei vicoli del porto, a Singapore lungo la Orchard Road, sotto il mauselo di Ho Ci Minh ad Hanoi, all’acropoli di Atene al Parco de l’Est a Caracas, sotto i vulcani in Ecuador, sul lungomare di Tel Aviv, nella Citta vecchia di Gerusalemme (senza paura !!!), negli ultimi 30 km sul sentiero di Santiago di Compostela, tra i castelli della Loira, lungo la Senna a Parigi. Insomma dove andavo per lavoro e dove correvo. Ma la chicca del mio peregrinare è Seul 1988. La ditta per cui lavoravo aveva fatto una Joint Venture per costruire una fabbrica per produrre smalti per ceramica in Korea del Sud. Io ero responsabile della fattibilità commerciale dell’impianto. Ho fatto il pendolare per circa 8 mesi e non mi sono certo fatto scappare la possibilità di vedermi le olimpiadi. Qui molti di voi mi odieranno per l’invidia ma quel giorno mi vidi passare Gelindo ad un metro di distanza proprio mentre riprendeva i due fuggiaschi (un Keniota ed un Gibutiano) prima di involarsi verso lo stadio dove andò a vincere la Maratona. Non ero allo stadio ma nel parco a poche centinaia di metri dall’ingresso dello stesso. Incredibile ancora una volta a distanza di 28 anni io ero a poche centinaia di metri dall’arrivo di una Maratona Olimpica. Era il 2 Ottobre ed il giorno prima era il mio compleanno. Che bel regalo mi ha fatto Gelindo !!!! Alcuni anni fa ho incontrato Bordin all’Expo della Maratona di Firenze e gli ho raccontato il tutto e lui mi ha abbracciato commosso.
Alcune settimane dopo la chiusura delle Olimpiadi di Atene del 2004 ero in Grecia naturalmente per lavoro. Il mio Hotel come al solito era in Piazza Sintagma.  Una sera prima di cena, m’incamminai attraverso i giardini del palazzo reale, ora sede del governo, verso lo stadio Panathinaiko dove appunto arrivò la Maratona. Salii diversi gradini e mi sono seduto sulle gradinate e mi concentrai pensando a cosa avrà provato Baldini quando è entrato nel tripudio dello stadio. Che emozione !!! Il pensiero volò di nuovo a Roma ed il piccolo Etiope scalzo si materializzò di nuovo sulla pista del Panathinaiko..... run Abebe, run Abebe !!!!

Ora sapete perché corro !!!

4 commenti:

  1. è una storia molto bella! Ci ha emozionato e divertito. L'ho letta col mio bimbo di 8 anni e mi sono tornate in mente tante cose del mio passato che gli ho raccontato. Magari se le ricorderà....
    Bravo e complimenti.
    Ciao.
    Francesco.

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