Ciao a tutti! Eccovi il racconto del Passatore fatto da uno dei due protagonisti: Paolo.
Il titolo "canto del cigno" glielo ha dato lui... Ci raccomandiamo di leggerlo con calma perché è veramente bello... e ce n'è per tutti, anche per quelli che non erano presenti!
Prima che lo leggiate, vogliamo darvi un'avvertenza, come quelle dei bugiardini delle medicine: questo racconto può avere effetti collaterali anche gravi... Fa venire una voglia matta di provarci!!
BUONA LETTURA!
Canto del cigno? No, non per ora …..
Io al Passatore mi ci sono avvicinato per gradi.
2008 NEMMENO CORREVO
2009 Prima maratona di Firenze, sotto le 4 ore sì ma per una
settimana non scendevo le scale, TROPPO PRESTO anche solo immaginare a correrlo
il maggio successivo
2011 Passatore? MANCO MORTO: è una corsa scassagambe, dopo
averla corsa ti sei rovinato etc. etc….
2012 Corro la Pistoia Abetone ripetendo come un mantra lo
slogan “PIU’ LUNGA DI UNA MARATONA, PIU’ DURA DI UNA 100 KILOMETRI!”. Il
Passatore? LO SNOBBO
2013 Anno dell’infortunio, non posso forzare ma il tarlo
inizia a lavorare. Il passatore sarà il mio CANTO DEL CIGNO, lo correrò a fine
carriera e poi mi ritiro.
2014 Maratona di Firenze: lunga preparazione per abbattere
il personale a 3h30’ o quanto meno avvicinarmi sensibilmente. Niente da fare,
peggioro il tempo del 2012 e mi “dispero”. Se non posso migliorarmi, la
maratona non la corro più. Che fare? Appendere le scarpe al chiodo? Mettere su
la panzetta del cinquantenne? Qualche settimana di riflessione e si arriva al
2015, 6 febbraio. Cena agli Assi con Algerini, Casini (si,
quello che organizza tutto), Agnoletti, Mannini, Colligiani e Carlo Giugno (che
pochi conoscono ed è meglio così). Arrivo tardi, direttamente dal lavoro,
stanco morto e, per sentirmi vivo, butto lì: IL PASSATORE QUEST’ANNO LO FO’.
Oddio l’ho sparata grossa ma vedo affiorare sorrisi sui visi di Claudio, Linda
e Checco che già si prefiguravano le staffette. Il Giugno ironizza come al solito
ma mi vuole bene e inizia ad incoraggiarmi subito. Butto lo sguardo
sull’Algerini per tirare giù subito qualche tabella che mi costringa a
riprendere a correre con continuità. Però lui mi gela “mi dispiace ma io oltre
i 42 km non sono in grado di allenare nessuno, però fossi in te farei la 50 km
di Romagna….”.
Torno a casa brillo per la birra bevuta in misura maggiore
al consueto e inizio a pensare. Ora che faccio? L’annuncio c’è stato e non mi
posso tirare indietro ma senza Ale ce la farò? Senza il suo controllo
settimanale delle tabelle svolte come farò a trovare gli stimoli per allenarmi
con continuità? Che tipo di lavoro devo fare?
INDIETRO NON SI TORNA. Non mi scoraggio e scopro che sul
sito del Passatore ci sono le tabelle del Pizzolato. Le scarico. Navigo su
internet e scopro che la 50 km di Romagna e il Passatore fanno parte di un
Trittico di gare e mi iscrivo subito alla prima gara: la Maratona di Russi,
conciliando l’appuntamento con una minivacanza pasquale per la famiglia nel
faentino. Inizio a dire a tutto il mondo che farò il Passatore anche a persone
del tutto disinteressate con il preciso scopo “di compromettermi”. Della serie
ora mi tocca farla altrimenti perdo la faccia….
Inizio subito a saltare la tabella negli allenamenti
infrasettimanali ma mi lancio senza scoraggiarmi… scarico Spotify e inizio a
correre con la musica. FICO!!! Inizio a correre alla Forrest Gump, scendo da
casa e corro senza essere schiavo del tempo, delle ripetute e dei 5 secondi a
KM da limare. FICHISSIMO!!!! Nei week end mi lancio in allenamenti solitari,
lunghissimi, noiosissimi ma necessari. FICHISSIMO? NON PROPRIO…. Il tutto
inframezzato da gare come l’urban trail 42k (8 marzo) affrontato senza la
giusta preparazione. Gli ultimi 5 km dal Girone li ho fatti strisciando,
correndo ad un ritmo lentissimo ma pur sempre correndo immaginando di essere
all’80mo del Passatore (per inciso all’80mo del Passatore, stavo molto
meglio..). Insomma ho iniziato ad abituarmi alla fatica. Ho imparato anche a
fermarmi negli allenamenti lunghi e a ripartire cercando di riprendere subito
il giusto ritmo. A febbraio avevo anche provato parti del percorso, forse
anticipando i tempi un po’ troppo, visto che sulla Colla, in pantaloncini e
maniche corte, ho trovato la neve. Lì causa assideramento ho veramente
rischiato di compromettere tutto e non solo il Passatore! Penso che rimarranno
negli annali i miei tentativi di farmi i selfie con un Apple 3S senza
fotocamera frontale…al quinto sono riuscito a prendere mezzo viso e quasi tutto
il cartello stradale. Di meglio non potevo fare ed ho desistito!
Tranquilli…. Ora taglio, non vi descrivo tutto
l’allenamento. Solo due parole sul Trittico di Romagna. E’ utile correre le tre
gare, da affrontare senza forzare, come allenamenti lunghi. Sia per le distanze
percorse, sia per fare esperienza di gare lunghe. Per esempio dopo la 50 km di
Romagna del 25 aprile (non durissima ma
comunque con il Montalbano da scalare) ho “scoperto” che in queste gare bisogna
non solo bere ma anche mangiare. Io non avevo preso nulla e sono arrivato bene
all’arrivo ma dopo pochi secondi stavo per svenire…
Gli allenamenti procedono (sempre saltando qualche seduta) e
sono tranquillo. Nei week end percorro distanze da 40 a 55 km, nei due giorni,
senza affaticarmi. Negli ultimi calano le distanze ma cerco di allenare la
mente alla concentrazione, alla determinazione, insomma a dare il massimo,
sempre.
Così arrivo alla vigilia della gara. Ancora del tutto
tranquillo se non fosse per un mal di testa che mi affliggerà anche la mattina dopo.
Torno dal lavoro stanco dopo una settimana impegnativa ma ora devo
concentrarmi. Preparo con calma la borsa da consegnare a Claudio e Linda. Penso
e ripenso e sono costretto a passare dallo zaino al borsone Zero+ a causa della
quantità di roba. Riesco a portarglielo solo alle 22:00 passate.
Il 30 mi sveglio presto con il mal di testa di cui sopra.
Mangio alle 12:00 in punto e poi chiudo gli occhi un quarto d’ora. BENE COSI’.
Sto meglio. Parto da casa già cambiato. Prendo il bus con mia moglie e raggiungiamo
Filippo Baldi (concentratissimo) e Chiara a Piazza della Repubblica. Foto da
postare su Whattsapp e via alla partenza. Seguo Pippo ma allo sbarramento fanno
passare lui e fermano me. Baldi ha il pettorale da top runner e io devo fare il
giro dell’isolato per mettermi in coda ai 2309 atleti in partenza.
Ore 15:00 in punto viene sparato il via, un paio di minuti
dopo riesco a raggiungere la linea di partenza. Vai Paolo si inizia, tra 100 km
sei arrivato, che vuoi che sia. Il ritmo è tranquillo e dopo Piazza Edison si
sale e inizio a cercare sulla destra Francesco Rossi. Scorgo la sua fisionomia
da etiope bianco e inizio a sbracciarmi. Mi riconosce e scatta un paio di foto
subito postate. Inizia così la lunga diretta streaming sul gruppo whatsapp
della Zero+. La salita che conosco bene normalmente percorsa a ben altre
andature si srotola velocemente ma già a S. Domenico devo guardare l’orizzonte
per il secondo amico pace maker, no Zero+ ma compagno di lunghi allenamenti per
le varie maratone di Firenze. Si chiama Paolo così in tre persone ci sono due
Rossi e due Paolo (non fateci caso la mente in quei momenti vaga e non solo per
il caldo…). Altre foto, prime bevute e in breve tempo approdiamo all’Olmo,
esattamente in media 6’ a KM. Senti il primo incitamento lato strada: il grande
Marcerun seduto sul ciglio della strada mi urla “Vai Paolo”.
Do il 5 a Rouge
ringraziandolo prima del suo rientro a valle. Sembra di essere ad una gara
ciclistica per la “pipinara” (= tanta gente) che c’è a fare il tifo e a
protestare. Vero Linda? Penso che una delle immagini che più mi rimarranno
scolpite nella memoria di questa 100 km è la Colligiani che con sacrosanta
ragione sbraita contro una signora roteando la macchina fotografica che in
effetti avrebbe dovuto, almeno credo, immortalare il mio arrivo a Vetta le
Croci. Zigzagando tra le macchine riconosco Claudio che accortosi del mio
arrivo lascia la presa di Linda che a quel punto rischia di partire di capoccia
contro la megera, Massimiliano, Sara, Tinti e Checco Casini che subito si
affianca per la seconda staffetta proprio mentre saluto il Canottiere Paolo
anche lui al rientro alla base. Con Francesco scendiamo verso Polcanto e Borgo
San Lorenzo. Sto bene, acceleriamo un poco ma con molta cautela. Una delle regole
ferree che mi ero dato imponeva ritmi blandi in discesa. Si alterna l’ombra al
sole e la sensazione di caldo diminuisce, quello che non cala invece è il
traffico, in alcuni tratti da uscita da stadio. Con Francesco si chiacchiera ma
la mia lucidità inizia a cedere dopo un paio di battute non proprio memorabili.
Ad un certo punto rimango folgorato dall’espressione serafica di Iacopo che
affronta il suo Passatore in bici. E’ evidente che sta studiando il percorso
per il prossimo anno… sono troppi anni che ci tiene sulle spine… sono certo che
nel 2016 sarò al suo fianco a tirare una parte del suo Passatore!! FORZA
IACOPO. Nel rettilineo alle porte di Borgo vediamo camminare, un po’
sconsolato, Luigi Ricci. Lo salutiamo immaginandolo vicino al suo obiettivo
dichiarato. In uno dei tanti elastici delle vetture di supporto mollo il
camelback a Claudio e inconsapevolmente accelero discretamente sentendomi molto
più leggero. A Borgo poi c’è tanto tifo che galvanizza quel tanto che basta, ad
un certo punto mi sento gridare “Rossi, babbo di Tommaso” mi giro e dopo un
breve ragionamento riconosco l’insegnante di francese di mio figlio (poi ho
saputo che il marito ha mollato all’80mo..).
Superato Borgo ritroviamo Iacopo che si accorda con il
Casini non appena apprende che sarebbe tornato in treno (sic). Alla prima
salita ci viene incontro Massimiliano con gli occhi che gli brillano (o erano i
miei imperlati di sudore?) perché ora tocca a lui affiancarmi. Salutiamo Checco
e partiamo, sono ancora OK, infatti parliamo del più e del meno e non
necessariamente della corsa. Da Ronta ci ritroviamo a correre in 4. Io,
chiaramente, Massi che non vuole mollare, Claudio e F. Tinti. Qui i ritmi si
fanno più blandi, nel frattempo ho mangiato e bevuto quel tanto che basta per
avere la lingua completamente felpata da effetto gel e barrette. Nel frattempo
Giacomo mi fotografa e mi filma da tutte le angolature sia per il canale
whattsapp della Zero+ sia per mia moglie che a sua volta inoltra il tutto ad
altro gruppo di tifosi localizzati a Roma (la mamma, sorella, cognata etc). Con
questa copertura mediatica mi sento un po’ Michelle Hutzinger che corre la
staffetta della Maratona di Milano… Come dicevo affronto la salita con più
cautela alternando in qualche tratto la camminata veloce alla corsetta, sapevo
che sulla Colla avrei pagato la preparazione prevalentemente pianeggiante… Ma
era tutto secondo i programmi, cosi come la sosta alla Fonte dell’Alpe per una
bella bevuta. Piccolo thrilling, l’acqua è ghiacciata ed ho l’impressione di sentirla
troppo fredda. No rovinare tutto per una congestione, no, ti prego! Tempo di
arrivare alla Colla e tutto passa, lì trovo la mitica Panda di Linda ad
aspettarmi. Mi tolgo la canottiera e inizio l’operazione che odio di più in
assoluto, sempre, l’applicazione del pettorale sulla maglietta! Fortunatamente
riesco a fare un lavoro egregio e in breve tempo. VIA, si riparte. Questa volta
Massimiliano viene costretto a forza a salire in macchina da due scagnozzi
assoldati dalla “burbera” Sara, altrimenti, visto l’entusiasmo penso mi avrebbe
affiancato fino a Faenza. Linda inizia il suo tratto con Francesco T. che
decide di proseguire. Sento un grande entusiasmo intorno a me e ciò mi dà una
carica stile coniglietto Duracell.
E’ ancora giorno e si comincia a scendere, ancora tutto
secondo programma. Come sopra mi impongo di non forzare la discesa (NOTA per i
futuri Passatori, no campioni alla Baldi, ricordatevi di questo fondamentale
suggerimento). Raggiungo Casaglia che mostra un cartello con un troppo ottimistico
54Km. Dopo Borgo, si tratta del primo degli ingressi festosi nei vari centri dei
comuni del percorso. Sosta al ristoro e via, si riparte. Francesco (ancora in
canotta) si ferma e con Linda si prosegue con il buio che inizia a prevalere.
Chiediamo le luci frontali, qualche difficoltà a far funzionare la mia
cineseria. Ci pensa Linda ad illuminare la strada con una piccola torcia in
attesa di farmi consegnare il back up che un mio collega aveva fortunatamente
insistito a darmi. Una lampada frontale, meglio un faro, così forte che,
incrociando le macchine, mi toccava abbassare lo sguardo. Si entra a Marradi e
mi sento molto bene. Vengo preso in consegna da Claudio che affronta un altro
tratto con me. Linda grazie, ora tocca a lui. Claudio si preoccupa perché dopo
il 70mo incremento di poco il ritmo. Non vedo l’ora di arrivare a Faenza e
sento di potermelo permettere, il ritmo me lo dà lo spot della mia luce
frontale che indirizzo a terra; come un criceto nella ruota cerco di
raggiungerlo. Non ci riesco però funziona continuo ad andare avanti senza
troppa sofferenza.
Arriviamo ad uno dei momenti clou. Il 75mo km, finalmente
arriva il momento che da tempo Giacomo agognava: rivivere con me l’arrivo a
Faenza. Si vede che il Passatore di due anni fa lo ha segnato positivamente e
in maniera indelebile. Correrlo di nuovo penso gli abbia dato delle belle
sensazioni. Partiamo con ancora a fianco con Claudio, galvanizzato da una gara
che stava andando al di là delle più rosee aspettative. Ricordiamoci inoltre
che ogni 4/5 km incrociavo la tifoseria più speciale del Passatore che dopo
pochi minuti mi ri-superava per dirigersi verso la successiva sosta. Da
applausi, come direbbe l’Agnoletti. Un’atmosfera di grande festa e coesione
dove io mettevo le gambe e soprattutto la testa e la squadra il cuore oltre che
le gambe a turno…
Con Giacomo avevamo già corso fianco a fianco una bella
maratona di Firenze nel 2012 (il mio personale) ed averlo a fianco negli ultimi
km, non me ne vogliano gli altri, mi ha fatto un grande piacere. Dopo l’85mo i
km, non so perché, sembravano più lunghi di 1000 mt. Stringo i denti e
proseguo, rallentando un po’ ma andavo bene visto che da San Cassiano avevo
iniziato a superare decine e decine di atleti. Ero abbastanza incredulo ma ciò
stava avvenendo e questo costante sopravanzare mi forniva la benzina per
proseguire. Alla domanda “Paolo ti serve qualcosa?” io rispondevo senza ironia:
“Sì, dell’arrivo..”. A Brisighella mi fermo per un ristoro, mentre bevo e
mangio uno spicchio di mela, Giacomo, fedele alla sua missione, scatta
un’ultima foto che presto raggiunge Firenze e Roma a tranquillizzare il
parentado: mancano poco più di 10 km e sto in piedi….
Si riparte e qui devo svelare un retroscena. Ha fatto grande
clamore sul blog la notizia che abbia staccato Giacomo al 90mo km. Capisco che
vedermi spuntare senza averlo a fianco abbia sorpreso i “miei” tifosi ma c’è da
spiegare che esistono dei momenti nella vita in cui i bisogni fisiologici hanno
il sopravvento ed occorre fermarsi. Ebbene Giacomo mi stava raggiungendo dopo
una pausa breve ma necessaria. Fa comunque piacere che questo siparietto abbia
allietato la decima ora di tutti gli zero positivi coinvolti. Ora i km sono
veramente lunghi, il mio garmin fiaccato dalla luce sempre accesa si spegne ma
poco importa. Sicuramente ho rallentato un po’ ma continuo a superare gente e
questo mi basta.
Massimiliano e Francesco traditi da un cartello stradale,
annunciano che mancano solo 5 km, in effetti sapevo che ne dovevo aggiungere
altri due. Ma che vuoi che siano dopo averni percorsi già 93… Il cartello
Faenza lo superiamo mancano poco più di due km, continua il discreto ma
preziosissimo incoraggiamento di Giacomo, improvvisamente sento un dolore
lancinante al quarto dito del piede dx. Unghia saltata? Galla? Certo non mi
fermo a controllare. Avevo da poco cominciato una progressione (a 5’30”) che
tengo con successo fino alla fine. Ormai vedo la Piazza del Popolo, si affianca
a noi anche Massimiliano, sento l’urlo di Baldi, riesco a fare uno scatto che
non mi permette di recuperare un atleta che mi aveva da poco superato. Gli
arrivo dietro di 4”, non fa nulla perché supero quella linea che decine di
volte ho già calpestato ma che PER LA PRIMA VOLTA HO VARCATO DOPO 100 KM!!
Grande festa all’arrivo, ritiro medaglie e attestati vari e
subito raggiungo il resto della squadra. Tutti appagati ci andiamo a fare una
birra e festeggiamo il bel traguardo raggiunto tutti quanti insieme.
Il bilancio. Passatore 10h50’49”, 238mo su 2309 partenti.
Trittico di Romagna 45mo. Per il sottoscritto stagione da incorniciare.
ORA AVANTI AI PROSSIMI ZERO+, l’edizione 2016 vi attende e
io vi sarò a fianco come gli 8 (+1 in bici) valorosi hanno fatto con me.
Paolo
Fa venire i brividi questo racconto! Bravo Paolo, sia come podista che come narratore...
RispondiEliminaEbbenesì, la macchina fotografica era lì per te, ovviamente... Il tuo arrivo a Vetta le Croci non è stato immortalato per colpa della mia intemperanza, ma ho cercato di farmi perdonare scattando a ripetizione lungo tutto il percorso! Cosa ne dite se mettessimo insieme tutto il materiale mediatico (foto, filmini, ecc.) per proiettarli a casa di Paolo quando faremo la cena di festeggiamento?
Bellissimo racconto, Paolo! Fa venire davvero voglia di farli un giorno questi fatidici 100 km! L'anno prossimo, però, mi accontenterò di seguire Iacopo...
RispondiEliminaIn ogni modo, è stata davvero una bella giornata quella di sabato. Complimenti di nuovo ai passatori per le grandi prestazioni fatte e grazie per le emozioni che ci hanno fatto vivere.
Vai, allora si comincia a organizzare la staffeta per Iacopo. Io fo la Colla
RispondiEliminaOttimo resoconto Paolo! Mi ha fatto molto piacere esserci e vedere cosa succede in un viaggio così diverso da quelli che abitualmente facciamo! Ho visto una incrollabile determinazione.
RispondiEliminaComplimenti a tutti e due i passatori per le performance davvero superlative!!
Contatemi per la staffetta a Di Tommaso. Mi propongo per gli ultimi 15 km...
Bel racconto Paolo! Che gara, che viaggio! Avrò mandato 2000 messaggi a tua moglie, secondo me alla fine non ne poteva più e voleva spengere il cell. Ho voluto accompagnarti negli ultimi 25 km per trovarti un pò stanchino, altrimenti non ti sarei stato dietro (questa era davvero la mia paura!!!)
RispondiEliminaComplimenti ancora a tutti e due i nostri Passatori e soprattutto a Iacopo che finalmente, dopo quel "OH MERDE" di Marradi di qualche anno fa, si è deciso a provarci! Tranquillo Iacopo, ti accompagneremo noi!