9 giugno 2015

CANTO DEL CIGNO

Ciao a tutti! Eccovi il racconto del Passatore fatto da uno dei due protagonisti: Paolo. 
Il titolo "canto del cigno" glielo ha dato lui... Ci raccomandiamo di leggerlo con calma perché è veramente bello... e ce n'è per tutti, anche per quelli che non erano presenti! 
Prima che lo leggiate, vogliamo darvi un'avvertenza, come quelle dei bugiardini delle medicine: questo racconto può avere effetti collaterali anche gravi... Fa venire una voglia matta di provarci!!
BUONA LETTURA!


Canto del cigno? No, non per ora …..
Io al Passatore mi ci sono avvicinato per gradi.
2008 NEMMENO CORREVO

2009 Prima maratona di Firenze, sotto le 4 ore sì ma per una settimana non scendevo le scale, TROPPO PRESTO anche solo immaginare a correrlo il maggio successivo

2011 Passatore? MANCO MORTO: è una corsa scassagambe, dopo averla corsa ti sei rovinato etc. etc….

2012 Corro la Pistoia Abetone ripetendo come un mantra lo slogan “PIU’ LUNGA DI UNA MARATONA, PIU’ DURA DI UNA 100 KILOMETRI!”. Il Passatore? LO SNOBBO

2013 Anno dell’infortunio, non posso forzare ma il tarlo inizia a lavorare. Il passatore sarà il mio CANTO DEL CIGNO, lo correrò a fine carriera e poi mi ritiro.

2014 Maratona di Firenze: lunga preparazione per abbattere il personale a 3h30’ o quanto meno avvicinarmi sensibilmente. Niente da fare, peggioro il tempo del 2012 e mi “dispero”. Se non posso migliorarmi, la maratona non la corro più. Che fare? Appendere le scarpe al chiodo? Mettere su la panzetta del cinquantenne? Qualche settimana di riflessione e si arriva al

2015, 6 febbraio. Cena agli Assi con Algerini, Casini (si, quello che organizza tutto), Agnoletti, Mannini, Colligiani e Carlo Giugno (che pochi conoscono ed è meglio così). Arrivo tardi, direttamente dal lavoro, stanco morto e, per sentirmi vivo, butto lì: IL PASSATORE QUEST’ANNO LO FO’. Oddio l’ho sparata grossa ma vedo affiorare sorrisi sui visi di Claudio, Linda e Checco che già si prefiguravano le staffette. Il Giugno ironizza come al solito ma mi vuole bene e inizia ad incoraggiarmi subito. Butto lo sguardo sull’Algerini per tirare giù subito qualche tabella che mi costringa a riprendere a correre con continuità. Però lui mi gela “mi dispiace ma io oltre i 42 km non sono in grado di allenare nessuno, però fossi in te farei la 50 km di Romagna….”.

Torno a casa brillo per la birra bevuta in misura maggiore al consueto e inizio a pensare. Ora che faccio? L’annuncio c’è stato e non mi posso tirare indietro ma senza Ale ce la farò? Senza il suo controllo settimanale delle tabelle svolte come farò a trovare gli stimoli per allenarmi con continuità? Che tipo di lavoro devo fare?
INDIETRO NON SI TORNA. Non mi scoraggio e scopro che sul sito del Passatore ci sono le tabelle del Pizzolato. Le scarico. Navigo su internet e scopro che la 50 km di Romagna e il Passatore fanno parte di un Trittico di gare e mi iscrivo subito alla prima gara: la Maratona di Russi, conciliando l’appuntamento con una minivacanza pasquale per la famiglia nel faentino. Inizio a dire a tutto il mondo che farò il Passatore anche a persone del tutto disinteressate con il preciso scopo “di compromettermi”. Della serie ora mi tocca farla altrimenti perdo la faccia….

Inizio subito a saltare la tabella negli allenamenti infrasettimanali ma mi lancio senza scoraggiarmi… scarico Spotify e inizio a correre con la musica. FICO!!! Inizio a correre alla Forrest Gump, scendo da casa e corro senza essere schiavo del tempo, delle ripetute e dei 5 secondi a KM da limare. FICHISSIMO!!!! Nei week end mi lancio in allenamenti solitari, lunghissimi, noiosissimi ma necessari. FICHISSIMO? NON PROPRIO…. Il tutto inframezzato da gare come l’urban trail 42k (8 marzo) affrontato senza la giusta preparazione. Gli ultimi 5 km dal Girone li ho fatti strisciando, correndo ad un ritmo lentissimo ma pur sempre correndo immaginando di essere all’80mo del Passatore (per inciso all’80mo del Passatore, stavo molto meglio..). Insomma ho iniziato ad abituarmi alla fatica. Ho imparato anche a fermarmi negli allenamenti lunghi e a ripartire cercando di riprendere subito il giusto ritmo. A febbraio avevo anche provato parti del percorso, forse anticipando i tempi un po’ troppo, visto che sulla Colla, in pantaloncini e maniche corte, ho trovato la neve. Lì causa assideramento ho veramente rischiato di compromettere tutto e non solo il Passatore! Penso che rimarranno negli annali i miei tentativi di farmi i selfie con un Apple 3S senza fotocamera frontale…al quinto sono riuscito a prendere mezzo viso e quasi tutto il cartello stradale. Di meglio non potevo fare ed ho desistito!

Tranquilli…. Ora taglio, non vi descrivo tutto l’allenamento. Solo due parole sul Trittico di Romagna. E’ utile correre le tre gare, da affrontare senza forzare, come allenamenti lunghi. Sia per le distanze percorse, sia per fare esperienza di gare lunghe. Per esempio dopo la 50 km di Romagna  del 25 aprile (non durissima ma comunque con il Montalbano da scalare) ho “scoperto” che in queste gare bisogna non solo bere ma anche mangiare. Io non avevo preso nulla e sono arrivato bene all’arrivo ma dopo pochi secondi stavo per svenire…

Gli allenamenti procedono (sempre saltando qualche seduta) e sono tranquillo. Nei week end percorro distanze da 40 a 55 km, nei due giorni, senza affaticarmi. Negli ultimi calano le distanze ma cerco di allenare la mente alla concentrazione, alla determinazione, insomma a dare il massimo, sempre.

Così arrivo alla vigilia della gara. Ancora del tutto tranquillo se non fosse per un mal di testa che mi affliggerà anche la mattina dopo. Torno dal lavoro stanco dopo una settimana impegnativa ma ora devo concentrarmi. Preparo con calma la borsa da consegnare a Claudio e Linda. Penso e ripenso e sono costretto a passare dallo zaino al borsone Zero+ a causa della quantità di roba. Riesco a portarglielo solo alle 22:00 passate.

Il 30 mi sveglio presto con il mal di testa di cui sopra. Mangio alle 12:00 in punto e poi chiudo gli occhi un quarto d’ora. BENE COSI’. Sto meglio. Parto da casa già cambiato. Prendo il bus con mia moglie e raggiungiamo Filippo Baldi (concentratissimo) e Chiara a Piazza della Repubblica. Foto da postare su Whattsapp e via alla partenza. Seguo Pippo ma allo sbarramento fanno passare lui e fermano me. Baldi ha il pettorale da top runner e io devo fare il giro dell’isolato per mettermi in coda ai 2309 atleti in partenza.

Ore 15:00 in punto viene sparato il via, un paio di minuti dopo riesco a raggiungere la linea di partenza. Vai Paolo si inizia, tra 100 km sei arrivato, che vuoi che sia. Il ritmo è tranquillo e dopo Piazza Edison si sale e inizio a cercare sulla destra Francesco Rossi. Scorgo la sua fisionomia da etiope bianco e inizio a sbracciarmi. Mi riconosce e scatta un paio di foto subito postate. Inizia così la lunga diretta streaming sul gruppo whatsapp della Zero+. La salita che conosco bene normalmente percorsa a ben altre andature si srotola velocemente ma già a S. Domenico devo guardare l’orizzonte per il secondo amico pace maker, no Zero+ ma compagno di lunghi allenamenti per le varie maratone di Firenze. Si chiama Paolo così in tre persone ci sono due Rossi e due Paolo (non fateci caso la mente in quei momenti vaga e non solo per il caldo…). Altre foto, prime bevute e in breve tempo approdiamo all’Olmo, esattamente in media 6’ a KM. Senti il primo incitamento lato strada: il grande Marcerun seduto sul ciglio della strada mi urla “Vai Paolo”. 

Do il 5 a Rouge ringraziandolo prima del suo rientro a valle. Sembra di essere ad una gara ciclistica per la “pipinara” (= tanta gente) che c’è a fare il tifo e a protestare. Vero Linda? Penso che una delle immagini che più mi rimarranno scolpite nella memoria di questa 100 km è la Colligiani che con sacrosanta ragione sbraita contro una signora roteando la macchina fotografica che in effetti avrebbe dovuto, almeno credo, immortalare il mio arrivo a Vetta le Croci. Zigzagando tra le macchine riconosco Claudio che accortosi del mio arrivo lascia la presa di Linda che a quel punto rischia di partire di capoccia contro la megera, Massimiliano, Sara, Tinti e Checco Casini che subito si affianca per la seconda staffetta proprio mentre saluto il Canottiere Paolo anche lui al rientro alla base. Con Francesco scendiamo verso Polcanto e Borgo San Lorenzo. Sto bene, acceleriamo un poco ma con molta cautela. Una delle regole ferree che mi ero dato imponeva ritmi blandi in discesa. Si alterna l’ombra al sole e la sensazione di caldo diminuisce, quello che non cala invece è il traffico, in alcuni tratti da uscita da stadio. Con Francesco si chiacchiera ma la mia lucidità inizia a cedere dopo un paio di battute non proprio memorabili. Ad un certo punto rimango folgorato dall’espressione serafica di Iacopo che affronta il suo Passatore in bici. E’ evidente che sta studiando il percorso per il prossimo anno… sono troppi anni che ci tiene sulle spine… sono certo che nel 2016 sarò al suo fianco a tirare una parte del suo Passatore!! FORZA IACOPO. Nel rettilineo alle porte di Borgo vediamo camminare, un po’ sconsolato, Luigi Ricci. Lo salutiamo immaginandolo vicino al suo obiettivo dichiarato. In uno dei tanti elastici delle vetture di supporto mollo il camelback a Claudio e inconsapevolmente accelero discretamente sentendomi molto più leggero. A Borgo poi c’è tanto tifo che galvanizza quel tanto che basta, ad un certo punto mi sento gridare “Rossi, babbo di Tommaso” mi giro e dopo un breve ragionamento riconosco l’insegnante di francese di mio figlio (poi ho saputo che il marito ha mollato all’80mo..).

Superato Borgo ritroviamo Iacopo che si accorda con il Casini non appena apprende che sarebbe tornato in treno (sic). Alla prima salita ci viene incontro Massimiliano con gli occhi che gli brillano (o erano i miei imperlati di sudore?) perché ora tocca a lui affiancarmi. Salutiamo Checco e partiamo, sono ancora OK, infatti parliamo del più e del meno e non necessariamente della corsa. Da Ronta ci ritroviamo a correre in 4. Io, chiaramente, Massi che non vuole mollare, Claudio e F. Tinti. Qui i ritmi si fanno più blandi, nel frattempo ho mangiato e bevuto quel tanto che basta per avere la lingua completamente felpata da effetto gel e barrette. Nel frattempo Giacomo mi fotografa e mi filma da tutte le angolature sia per il canale whattsapp della Zero+ sia per mia moglie che a sua volta inoltra il tutto ad altro gruppo di tifosi localizzati a Roma (la mamma, sorella, cognata etc). Con questa copertura mediatica mi sento un po’ Michelle Hutzinger che corre la staffetta della Maratona di Milano… Come dicevo affronto la salita con più cautela alternando in qualche tratto la camminata veloce alla corsetta, sapevo che sulla Colla avrei pagato la preparazione prevalentemente pianeggiante… Ma era tutto secondo i programmi, cosi come la sosta alla Fonte dell’Alpe per una bella bevuta. Piccolo thrilling, l’acqua è ghiacciata ed ho l’impressione di sentirla troppo fredda. No rovinare tutto per una congestione, no, ti prego! Tempo di arrivare alla Colla e tutto passa, lì trovo la mitica Panda di Linda ad aspettarmi. Mi tolgo la canottiera e inizio l’operazione che odio di più in assoluto, sempre, l’applicazione del pettorale sulla maglietta! Fortunatamente riesco a fare un lavoro egregio e in breve tempo. VIA, si riparte. Questa volta Massimiliano viene costretto a forza a salire in macchina da due scagnozzi assoldati dalla “burbera” Sara, altrimenti, visto l’entusiasmo penso mi avrebbe affiancato fino a Faenza. Linda inizia il suo tratto con Francesco T. che decide di proseguire. Sento un grande entusiasmo intorno a me e ciò mi dà una carica stile coniglietto Duracell.

E’ ancora giorno e si comincia a scendere, ancora tutto secondo programma. Come sopra mi impongo di non forzare la discesa (NOTA per i futuri Passatori, no campioni alla Baldi, ricordatevi di questo fondamentale suggerimento). Raggiungo Casaglia che mostra un cartello con un troppo ottimistico 54Km. Dopo Borgo, si tratta del primo degli ingressi festosi nei vari centri dei comuni del percorso. Sosta al ristoro e via, si riparte. Francesco (ancora in canotta) si ferma e con Linda si prosegue con il buio che inizia a prevalere. Chiediamo le luci frontali, qualche difficoltà a far funzionare la mia cineseria. Ci pensa Linda ad illuminare la strada con una piccola torcia in attesa di farmi consegnare il back up che un mio collega aveva fortunatamente insistito a darmi. Una lampada frontale, meglio un faro, così forte che, incrociando le macchine, mi toccava abbassare lo sguardo. Si entra a Marradi e mi sento molto bene. Vengo preso in consegna da Claudio che affronta un altro tratto con me. Linda grazie, ora tocca a lui. Claudio si preoccupa perché dopo il 70mo incremento di poco il ritmo. Non vedo l’ora di arrivare a Faenza e sento di potermelo permettere, il ritmo me lo dà lo spot della mia luce frontale che indirizzo a terra; come un criceto nella ruota cerco di raggiungerlo. Non ci riesco però funziona continuo ad andare avanti senza troppa sofferenza.

Arriviamo ad uno dei momenti clou. Il 75mo km, finalmente arriva il momento che da tempo Giacomo agognava: rivivere con me l’arrivo a Faenza. Si vede che il Passatore di due anni fa lo ha segnato positivamente e in maniera indelebile. Correrlo di nuovo penso gli abbia dato delle belle sensazioni. Partiamo con ancora a fianco con Claudio, galvanizzato da una gara che stava andando al di là delle più rosee aspettative. Ricordiamoci inoltre che ogni 4/5 km incrociavo la tifoseria più speciale del Passatore che dopo pochi minuti mi ri-superava per dirigersi verso la successiva sosta. Da applausi, come direbbe l’Agnoletti. Un’atmosfera di grande festa e coesione dove io mettevo le gambe e soprattutto la testa e la squadra il cuore oltre che le gambe a turno…

Con Giacomo avevamo già corso fianco a fianco una bella maratona di Firenze nel 2012 (il mio personale) ed averlo a fianco negli ultimi km, non me ne vogliano gli altri, mi ha fatto un grande piacere. Dopo l’85mo i km, non so perché, sembravano più lunghi di 1000 mt. Stringo i denti e proseguo, rallentando un po’ ma andavo bene visto che da San Cassiano avevo iniziato a superare decine e decine di atleti. Ero abbastanza incredulo ma ciò stava avvenendo e questo costante sopravanzare mi forniva la benzina per proseguire. Alla domanda “Paolo ti serve qualcosa?” io rispondevo senza ironia: “Sì, dell’arrivo..”. A Brisighella mi fermo per un ristoro, mentre bevo e mangio uno spicchio di mela, Giacomo, fedele alla sua missione, scatta un’ultima foto che presto raggiunge Firenze e Roma a tranquillizzare il parentado: mancano poco più di 10 km e sto in piedi….

Si riparte e qui devo svelare un retroscena. Ha fatto grande clamore sul blog la notizia che abbia staccato Giacomo al 90mo km. Capisco che vedermi spuntare senza averlo a fianco abbia sorpreso i “miei” tifosi ma c’è da spiegare che esistono dei momenti nella vita in cui i bisogni fisiologici hanno il sopravvento ed occorre fermarsi. Ebbene Giacomo mi stava raggiungendo dopo una pausa breve ma necessaria. Fa comunque piacere che questo siparietto abbia allietato la decima ora di tutti gli zero positivi coinvolti. Ora i km sono veramente lunghi, il mio garmin fiaccato dalla luce sempre accesa si spegne ma poco importa. Sicuramente ho rallentato un po’ ma continuo a superare gente e questo mi basta.

Massimiliano e Francesco traditi da un cartello stradale, annunciano che mancano solo 5 km, in effetti sapevo che ne dovevo aggiungere altri due. Ma che vuoi che siano dopo averni percorsi già 93… Il cartello Faenza lo superiamo mancano poco più di due km, continua il discreto ma preziosissimo incoraggiamento di Giacomo, improvvisamente sento un dolore lancinante al quarto dito del piede dx. Unghia saltata? Galla? Certo non mi fermo a controllare. Avevo da poco cominciato una progressione (a 5’30”) che tengo con successo fino alla fine. Ormai vedo la Piazza del Popolo, si affianca a noi anche Massimiliano, sento l’urlo di Baldi, riesco a fare uno scatto che non mi permette di recuperare un atleta che mi aveva da poco superato. Gli arrivo dietro di 4”, non fa nulla perché supero quella linea che decine di volte ho già calpestato ma che PER LA PRIMA VOLTA HO VARCATO DOPO 100 KM!!

Grande festa all’arrivo, ritiro medaglie e attestati vari e subito raggiungo il resto della squadra. Tutti appagati ci andiamo a fare una birra e festeggiamo il bel traguardo raggiunto tutti quanti insieme.
Il bilancio. Passatore 10h50’49”, 238mo su 2309 partenti. Trittico di Romagna 45mo. Per il sottoscritto stagione da incorniciare. 

ORA AVANTI AI PROSSIMI ZERO+, l’edizione 2016 vi attende e io vi sarò a fianco come gli 8 (+1 in bici) valorosi hanno fatto con me.

Paolo

5 commenti:

  1. Fa venire i brividi questo racconto! Bravo Paolo, sia come podista che come narratore...
    Ebbenesì, la macchina fotografica era lì per te, ovviamente... Il tuo arrivo a Vetta le Croci non è stato immortalato per colpa della mia intemperanza, ma ho cercato di farmi perdonare scattando a ripetizione lungo tutto il percorso! Cosa ne dite se mettessimo insieme tutto il materiale mediatico (foto, filmini, ecc.) per proiettarli a casa di Paolo quando faremo la cena di festeggiamento?

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  2. Bellissimo racconto, Paolo! Fa venire davvero voglia di farli un giorno questi fatidici 100 km! L'anno prossimo, però, mi accontenterò di seguire Iacopo...

    In ogni modo, è stata davvero una bella giornata quella di sabato. Complimenti di nuovo ai passatori per le grandi prestazioni fatte e grazie per le emozioni che ci hanno fatto vivere.

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  3. Vai, allora si comincia a organizzare la staffeta per Iacopo. Io fo la Colla

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  4. Ottimo resoconto Paolo! Mi ha fatto molto piacere esserci e vedere cosa succede in un viaggio così diverso da quelli che abitualmente facciamo! Ho visto una incrollabile determinazione.
    Complimenti a tutti e due i passatori per le performance davvero superlative!!

    Contatemi per la staffetta a Di Tommaso. Mi propongo per gli ultimi 15 km...

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  5. Bel racconto Paolo! Che gara, che viaggio! Avrò mandato 2000 messaggi a tua moglie, secondo me alla fine non ne poteva più e voleva spengere il cell. Ho voluto accompagnarti negli ultimi 25 km per trovarti un pò stanchino, altrimenti non ti sarei stato dietro (questa era davvero la mia paura!!!)
    Complimenti ancora a tutti e due i nostri Passatori e soprattutto a Iacopo che finalmente, dopo quel "OH MERDE" di Marradi di qualche anno fa, si è deciso a provarci! Tranquillo Iacopo, ti accompagneremo noi!

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